Questo non è calcio. Questa è svergognata presunzione e brama di vittoria che inguaia, sporca ed infanga l'immagine di un gioco che per molti è vita, per altri è evasione e per certi un sogno. Stasera Luiz Adriano ha completamente sbagliato sotto il profilo morale.
Durante Nordsjælland-Shakhtar Donetsk Luiz Adriano pareggia i conti con il gol della vergogna. William rimette, sportivamente, la palla verso la metà campo del Nordsjælland (dopo che l'arbitro aveva scodellato il pallone con le mani, dato che aveva fermato il gioco per uno scontro fortuito). Con 21 giocatori fermi, Luiz Adriano si avventa sulla sfera e va a segnare con tutto il Nordsjælland (e anche lo Shakhtar) immobili e increduli: è il gol che vale l'1-1, ma il FairPlay dov'è?
Il cuore che pulsa. La maglia come seconda pelle. Il viso rigato da lacrime piene di emozioni. Gioia, rabbia, esultanza, dolore. E' un mix di sensazioni che fanno rima con la passione per una squadra, capace di occupare una parte fondamentale nella vita dei suoi tifosi, rappresentante un mezzo di evasione emotiva per gente che ha sempre voglia di sognare. Il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d'animo di una città
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