L'emozione ha un nome scritto d'azzurro, si chiama Napoli e di cognome fa Cavani. Sì perchè gli Azzurri sono portatori di emozioni, di gol allo scadere che fanno crepare il cuore, di traguardi importanti raggiunti con il cuore più che con la testa, di un Europa da colonizzare e magari pure conquistare. Cavani al 93' chiude le porte del Rasunda Stadion. Ultima partita in questo stadio, dove Pelè vi mise piede nel '54 e calcò la storia con i tacchetti. Dopo 75 anni ci pensa il Matador Cavani a chiudere il capitolo di questo racconto con un gol proprio allo scadere. Lascia sempre il segno Edi, non c'è nulla da fare. Turina spiazzato. Palla incrociata e si incrociano pure mille emozioni. Aik 1, Napoli 2. Qualificazione assicurata ai sedicesimi di finale. Flop PSV, il 6 dicembre sarà una passeggiata.
A breve l'editoriale del post-gara.
Il cuore che pulsa. La maglia come seconda pelle. Il viso rigato da lacrime piene di emozioni. Gioia, rabbia, esultanza, dolore. E' un mix di sensazioni che fanno rima con la passione per una squadra, capace di occupare una parte fondamentale nella vita dei suoi tifosi, rappresentante un mezzo di evasione emotiva per gente che ha sempre voglia di sognare. Il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d'animo di una città
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