Napoletani nel mondo

Seguici su FACEBOOK: AzzurroNapoli 1926

AzzurroNapoli 1926

giovedì 6 dicembre 2012

L'EDITORIALE- Rosati, quanti guai. La notte non prende vita. Il PSV batte il Napoli 3-1.


Cavani porta in vantaggio gli azzurri. Poi Matavz rende omaggio a se stesso con una tripletta, approfittando di due incertezze del portiere romano e di un contropiede fulminane che gli olandesi hanno saputo sfruttare.
Sotto i riflettori la prestazione di alcuni giovani: Uvini sembra ok, El Kaddouri si presenta in smoking e Insigne lo chiamiamo “futuro”.

La notte non prende vita, rimane sopita nel buio e nell’inconsistenza di una partita apparsa come un allenamento di lusso. I fedelissimi tifosi napoletani presenziano in un San Paolo semi-vuoto e, costretti in pochi ad aumentare il tono della voce, fanno sentire il loro amore nonostante il freddo, nonostante la partita poco contasse, nonostante Rosati combinasse guai. Matavz si porta a casa pure il pallone: il magazziniere se la prenda con il portiere azzurro che ha concesso due reti generosissime con due papere incredibili. Sarà che stiamo quasi nel periodo natalizio e a Natale siamo tutti un po’ più buoni. Rosati forse lo è stato fin troppo. Un allenamento un po’ più impegnativo, data la classifica del girone F e le motivazioni che scarseggiavano. Cavani è l’unico signore capace di riscaldare gli animi e le mani dei tifosi, costretti ad applaudire un giocatore infaticabile, che segna pure da fermo e con una continuità in fase realizzativa impressionante. Vargas prenda appunti. Messa a fuoco su prestazione di giovani esordienti e valore che meritano che gli sia attribuito: Uvini ha il fiato un po’ cortino ma fa un buonissimo primo tempo, sfiorando anche il gol. Inevitabile calo nella seconda frazione di gara ma per il resto sembra ok; El Kaddouri piace. Bello tatticamente e soprattutto sotto il profilo tecnico. In effetti ha convinto, per essere questi i primi 90 minuti in maglia azzurra; Insigne rappresenta il futuro. All’esordio in Europa si plasma due occasioni da gol. E se non è futuro questo... Si cerca di sfornare talenti come il pane in casa Napoli e peccato non aver visto in campo un altro giovane promettente come Fornito. Il tempo è dalla loro parte, il destino pure. La soddisfazione per Mazzarri è l’imprescindibile condizione per esprimere il suo assenso a estro promettente come quello sfoggiato oggi dai “signorini” in maglia azzurra: “Sono soddisfatto della prova in generale. Dal punto di vista del gioco non posso dire nulla, quando una squadra crea una decina di palle gol c'è poco da dire. Restano le buone prestazioni dei singoli e la condotta generale. Sono felice e soddisfatto per la personalità e per come abbiano giocato ragazzi come El Kaddouri e Insigne”. Siamo felici solo per i più “piccoli”, anche perché domenica c’è l’orgoglio e la classifica in palio. Domenica sera, al San Siro con l’Inter, bisogna tenere stretta l’emozione e le motivazioni. Vincere aiuta a vincere. Stasera il Napoli non ha dato una mano a se stesso ma siam certi che con i nerazzurri presenzierà la voglia, la grinta, la fame e la vittoria, quel che è mancato stasera agli Azzurri. Ci vediamo il 14 dicembre a Nyon per i sorteggi dei sedicesimi di finale.

TOP&FLOPRosati è sempre meno simpatico ai tifosi napoletani. Non blocca una palla semplice, quasi centrale, concedendo la possibilità a Matavz di siglare il gol del momentaneo pari. Fa una papera analoga anche sul secondo gol subito. Disastroso! Voto 4. Fernandez (6.5) è un patrimonio argentino che appartiene al Napoli. Merita spazio e quando gioca dimostra di sapersela cavare bene. Sa uscire palla al piede e lanciare lungo verso gli attaccanti, verso Cavani. Campagnaro (6+) deve fare da maestro a due giovani come Uvini e Fernandez. Si mette accanto a Rosati senza pressare Matavz che è solo e libero di siglare il 3-1 in occasione di un contropiede concesso con troppa generosità. Garantisce discreta copertura. Il brasiliano Uvini (6), all’esordio, comincia a giocare a sinistra, poi si sposta sulla sponda opposta per garantire il massimo della sicurezza in marcatura. Parte bene ma cala nel secondo tempo, causa una condizione fisica non di certo invidiabile. Non male come prima volta. Maggio (6) ha l’onere e l’onore di indossare per la prima volta la fascia di capitano. Ha giocato per recuperare un po’ di gamba, fiato e fiducia. La sufficienza c’è in vista della sfida con l’Inter. Donadel (6): macchinoso e poco preciso ma ha il merito di recuperare palla e servire un assist semi-passivo a Cavani. Ripiega spesso garantendo più copertura. Meglio rispetto alle ultime prestazioni. Inler (5): gioca svogliato e sbaglia tanto. Gli mancano le misure e le motivazioni. Stasera in campo suo fratello brutto. Lo conosciamo ed è di tutt'altra sostanza. Dossena (6) impiega muscoli e cross sulla sua corsia. Corre tanto e rispolvera una delle sue migliori prestazioni a livello fisico. El Kaddouri (6.5) si presenta con lo smoking: elegante, tranquillo e con un certo charme di fantasie che i ragazzi della sua età hanno. Serve due bei assist a Vargas, il quale però si conferma sprecone. Tanta personalità questo ragazzo! Piede e visione di gioco: signori, ci sa fare. Vargas (6) è il marziano della squadra. Sempre In bilico tra bocciatura e conferma, tarda a tirare e non trova mai una supremazia territoriale. Sa proteggere bene il pallone. Troppi tocchi prima di calciare: inquadra la porta al 35' ma il pallone viene respinto dal piede di Waterman. Buono l'assist a cucchiaino per Cavani che sciupa al 54'. Poi tanti piccoli sbagli e un tentativo disperato di servire da terra Pandev che col destro non riesce a spiazzare il portiere olandese. Cavani (7) incarna il sacrifico e un' incredibile continuità. Decide di giocare, Mazzarri lo accontenta. Gli basta un tocco per segnare, anche se passeggia, non correndo eccessivamente. Dà comunque supporto alla squadra. Settimo gol in Europa League: è anche giusto che un calciatore ambisca ad un traguardo personale. Pandev (6): inserito per spolverare la forma fisica in vista della sfida con l'Inter di domenica sera, si procura un paio di palle gol, di cui Waterman e troppo effetto su punizione gli negano la gioia. 6 dicembre 2012, ore 20:23, minuto 65 e 30 secondi: è un tempo che non dimenticherà mai, un luogo (il San Paolo) che si propone di essere la sua casa del futuro, altra condizione temporale firmata nel suo destino. Potenziale straordinario, secondo della dinastia Insigne, signori, Mazzarri vi presenta il futuro che fa di nome Roberto. Col piede di Dio, sfoggia un gran controllo d'esterno per accentrarsi e calciare sul secondo palo. Si morde il dito, dunque palla di poco fuori. Il San Paolo lo applaude al momento dell’entrata in campo. Che abbia già fatto breccia nel cuore dei napoletani, solo per il suo cognome? Voto 6. Sufficienza che vale tanto.
Fabio Corsaro

Nessun commento:

Posta un commento