Gli azzurri battono i bianconeri di Iachini grazie al gol del vantaggio di Hamsik e al sigillo di Cavani.
Rifiata la squadra di Mazzarri dopo quattro pesanti sconfitte. consecutive e una serenità che sembrava persa.
Tranquillità: è ciò che serve alla gente in queste feste di Natale. Una boccata d'aria, un forte respiro per staccare la spina dalla quotidianità. È l'imprescindibile fattore che anche agli azzurri è servito per ritrovare quell'equilibrio che s'era smarrito per strada, tra squalifiche, penalizzazioni e mancanza di vittorie. La prestazione non è brillante; anzi è noiosa e la partita è molto scialba, tanto che De Sanctis non si è neanche sporcato un completino dalla combinazione di colori improponibile. L'importante è che il Napoli abbia vinto. Lo ha fatto a Siena, una squadra 'work in progress' che cerca di curarsi con la medicina chiamata Iachini. Alla fine la spunta la Mazzarri band che rende il Natale (parzialmente) felice ai suoi tifosi. Hamsik fa ancora l'uomo decisivo con un ennesimo assist che invita Maggio ad appoggiare la palla in rete. Poi El Kaddouri apporta un po' di fantasia alla manovra d'attacco e con Pandev crea l'azione che determina il rigore. Cavani non sbaglia e diventa il Babbo Natale dei napoletani. Non si può certo dire che questo Napoli sia la 'fine del mondo' ma almeno augura con due gol delle feste felici ai suoi tifosi, regali di imprescindibile importanza per essere tutto un po' più felici.
TOP&FLOP- De Sanctis (6) fa lo spettatore eccezionale che assiste la partita dal campo. Mai impegnato. Campagnaro (6.5) è roccia allo stato puro. Tosto, duro e insuperabile. Gamberini (6) esegue bene il suo dovere. Britos (6+) si assume la responsabilità pesante di essere il vice Cannavaro. Se la cava bene in anticipo e marcatura. Pecca in fase d'impostazione. Maggio (6+) non crossa mai, o quanto meno non pennella palle succulenti. Si limita a cross rasoterra e una corsa che poi risulta inutile. Risulta più efficace nella difesa a 4. Decide lui la gara con un gol. Donadel (6+) si comporta meglio di quanto ci si aspettasse. Alla prima da titolare in campionato con la maglia azzurra, si rende utile in pressione e nel tentativo di creare e cominciare l'azione. Behrami (5.5) è meno aggressivo del solito. Forse è ancora scosso per la rapina dell'orologio subita in settimana. Zuniga (5.5) corre tanto ma è poco concreto. Cross pochi e imprecisi. Hamsik (6+) appare inizialmente stanco nei movimenti che gli circolano nella testa. Si sblocca gradualmente, soprattutto nel secondo tempo, firmando l'assist decisivo per Maggio, il settimo del campionato. Insigne (6) non riesce a regolare le misure di uno specchio della porta che non riesce ad inquadrare. Esce stremato, lasciando spazio ad El Kaddouri. Cavani (6.5). Dal dischetto non sbaglia. Il cecchino uruguaiano sale a quota 13 in campionato. E intanto trema El Sharaawy. Pandev (6.5) dà sostanza e qualità all'attacco. È buono il suo impatto con la gara ed è lui a guadagnarsi il penalty. El Kaddouri (6.5) è un giovane interessantissimo. Dà vivacità alla manovra offensiva e ha anche i suoi meriti per il rigore conquistato.
Il cuore che pulsa. La maglia come seconda pelle. Il viso rigato da lacrime piene di emozioni. Gioia, rabbia, esultanza, dolore. E' un mix di sensazioni che fanno rima con la passione per una squadra, capace di occupare una parte fondamentale nella vita dei suoi tifosi, rappresentante un mezzo di evasione emotiva per gente che ha sempre voglia di sognare. Il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d'animo di una città
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