Il cuore che pulsa. La maglia come seconda pelle. Il viso rigato da lacrime piene di emozioni. Gioia, rabbia, esultanza, dolore. E' un mix di sensazioni che fanno rima con la passione per una squadra, capace di occupare una parte fondamentale nella vita dei suoi tifosi, rappresentante un mezzo di evasione emotiva per gente che ha sempre voglia di sognare. Il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d'animo di una città
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mercoledì 19 dicembre 2012
Pasquale Cannavaro: "Paolo è un giocherellone ma ora ha perso il sorriso. Non lo riconosco più. Il torto ricevuto è un'infamia"
A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Pasquale Cannavaro, papà di Paolo Cannavaro, rilasciando alcune considerazioni: "La squalifica? "Fa male perché non è stata una situazione chiara. Abbiamo l’amaro in bocca perché mio figlio Paolo ha un grande cuore. Essere estromesso dalla squadra azzurra, in una fase così delicata del campionato è molto grave. Fa male anche perché le sentenze sono sempre state valevoli a fine campionato e mai a stagione in corso. Se mio figlio è condannabile, non può essere estromesso dal calcio. Bisogna interrompere il tema giudiziario della Federazione Italiana Gioco Calcio. E’ dall’81 che ci troviamo di fronte, puntualmente, a situazioni anomale, e tra qualche anno ci troveremo nuovamente e parlare di calcioscommesse. Se non cambia qualcosa, ci lamenteremo sempre sulle stesse cose".
Come sta Paolo? "Mio figlio è un giocherellone e in questa situazione non può stare bene. Contro il Bologna lo vedevo in campo e non lo riconoscevo, ha perso il sorriso. Il torto ricevuto è troppo grande, è un’infamia che hanno fatto a Cannavaro, Grava e al Napoli. Se mio figlio avrà torto, accetterà la pena ma a queste condizioni non è giusto”.
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