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domenica 18 novembre 2012

L'EDITORIALE: Nè inferno, nè paradiso. Il Napoli si fa rimontare e la Juve rimane a -5.


Inler e Insigne non bastano. El Sharaawy firma la rimonta per il Milan. Tra azzurri e rossoneri finisce 2-2.

Troppe occasioni sciupate. Il rammarico di Mazzarri: "Serve maggior tranquillità. Abbiamo sprecato una grande opportunità"


Nella notte di angeli e demoni, di creste che non passano inosservate, di storia, passato ed orgoglio, inferno e paradiso si danno la mano per dar vita ad uno spettacolo affascinante e intrigante che offre Napoli-Milan. Bagna il San Paolo una pioggia di emozioni, gol, rimorsi azzurri e speranze rossonere. Pareggio giusto ma con questo Napoli c'è bisogno di mangiarsi le unghie e mordersi le labbra: la sofferenza con la quale patire un match è direttamente proporzionale alla quantità di errori commessi troppo spesso sotto porta. Insigne sciupa l'occasione per chiudere la partita sul 3-0 e Hamsik non fa meglio nel secondo tempo a pochi passi dalla porta, quasi fosse un rigore in movimento. Nella notte dei bomber della A, tra Cavani ed El Sharaawy vince il duello il faraone, capocannoniere del campionato con 10 gol, e questa doppietta agli azzurri che inguaia e costringe i nuovi led luminosi del San Paolo a segnare un pareggio che a vederlo genera rammarico e tormento. Il pareggio della Juve, rimediato nell'anticipo delle 6 in casa contro la Lazio, era il giusto pretesto e la più ghiotta chance per accorciare le distanze dalla vetta, quindi dai bianconeri. La carezza del diavolo, metaforicamente immaginabile come il tocco di El Sharaawy, brucia le speranze degli azzurri e Mazzarri non può far altro che rassegnarsi: 'Se non chiudi la partita per 3-4 volte, contro una squadra come il Milan è normale rischiare di subire il pareggio. Serviva maggiore tranquillità, maggior possesso palla e miglior gestione della partita, soprattutto se sei in vantaggio di due gol. Potevamo fare meglio in contropiede. Purtroppo è andata così, abbiamo sprecato una grande opportunità. 
La lucidità si perde anche perché molto giocatori come Marek, Cavani e gli svizzeri li ho visti l'altro ieri, in ritorno dalle loro nazionali. È un campionato difficile. Dobbiamo pensare a noi, e non esiste solo la Juventus'. Si va avanti, si cambia pagina. È necessario. Giovedì a Stoccolma contro l'Aik per dare continuità all'Europa; lunedì all'Is Arenas di Cagliari senza Cavani, squalificato, con l'atteggiamento di chi vuole riscattarsi e lasciare nel dimenticatoio questo maledetto rammarico.

TOP&FLOP- La speranza di accogliere il Diavolo nell'inferno caotico e passionale del San Paolo non ha ricompensato le aspettative in prestazioni sul campo degli azzurri. De Sanctis si accorge che il faraone Stephen non è come quello di Tutankamon, chiuso nella sua tomba, quando al 43' la magia infilatasi sotto la traversa può seguirla solo con lo sguardo. Esente da colpe anche nel secondo tempo ma non in qualche uscita. Voto 6. La difesa sembra buona e solida e Campagnaro (6.5) lotta da grande guerriero qual è per tutti i 90' minuti. El Sharaawy lo infila in occasione del secondo gol ma la velocità di esecuzione gli ha impedito di andare in tackle. Cannavaro (7) è perfetto e ancora ci si chiede come mai Prandelli abbia l'occhio distratto nei suoi confronti. Gamberini (6) incarna l'esperienza ma è lui a tenere in gioco il faraone che sigla il gol del pareggio. Maggio (6) serve l'assist ad Insigne che gli permette di raddoppiare il vantaggio. Se la gioca alla pari con Constant su quella fascia. Zuniga (6.5): considerando che è di ritorno da un infortunio non superficiale, disputa una buona gara. Con De Sciglio nasce un bel duello e spesso fa salire la squadra ma scema quando vuole strafare. Dzemaili (5): corsa, volontà e nulla più. Non basta. È l'ombra del vecchio Blerim. Inler (7) è invece il faro del centrocampo. Velluta equilibrio e potenza fisica. Calcia a 91 km/h e Abbiati si scansa dalla paura. Firma il primo gol in azzurro in campionato ma non basta. Hamsik (6) è appare lunatici tecnicamente: lucido e scarico, inventa e sciupa, consacra ed è impreciso. I 90 minuti giocati in settimana con la Slovacchia si fanno sentire. Insigne (6.5) non brilla ma segna. Non da poco. Gira in porta un cross di Maggio. Spreca per eccessivo altruismo o per timore di essere rimproverato dal maestro Cavani, una palese palla gol durante la quale ha preferito passare e non calciare. Cavani (6) è poco Matador stasera. Stessa cattiveria si, tanta da essere ammonito e squalificato per la partita col Cagliari, ma il livello di fiuto del gol oggi era basso. Si punta all'Europa. Giovedì sarà titolare. Sarà ancora lui a risollevare l'orgoglio dei napoletani fuori le mura di casa?

Fabio Corsaro

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