Carmona sigla il secondo gol in Serie A con
la maglia dell’Atalanta. Del primo ne era stato vittima sempre il Napoli lo
scorso anno.
Sfortuna e mancanza di tenacia ed agonismo in
avanti. Azzurri Cavani-dipendenti?
Corpo senz’anima, graffiato nell’orgoglio e con ancora la
scarsa convinzione di poter lottare per un importante traguardo, quale lo
scudetto. Prendono forma le lacune sulle quali sarà necessario intervenire a
gennaio per colmarle, mirando qualche acquisto che apporti alla squadra
sufficiente potenzialità nelle seconde scelte di cui il Mister può usufruire.
Si sente la mancanza di Cavani; si avverte che lì davanti non c’è grinta, non c’è
agonismo, non c’è traccia di fame di vittoria. Il volto scavato del Matador è
un punto di riferimento per i compagni che lo cercano sempre sperando che da
lui possa partire la magia utile a cambiare le sorti della partita. Non si può
però dipendere da un solo calciatore. Il successo lo raggiunge la squadra, non
il singolo. Vuoi che sia il campo maledetto di Bergamo, vuoi che la palla non
entri, ma chi pensa a segnare in attacco se non c’è Edinson Cavani? Purtroppo
si rovescia contro gli azzurri anche il teorema della “prima volta” di molti
calciatori: dopo Paul Pogba, a liberarsi del peso dell’astinenza da gol
stavolta ci pensa Carmona. Il cileno già l’anno scorso trovò la gioia della
prima rete in Serie A e con la maglia dell’Atalanta proprio contro il Napoli;
quest’anno la storia si ripete: primo gol della stagione, e tanto di cappello
per il tiro al volo infilatosi nell’angolino dove De Sanctis può arrivarci solo
coi pensieri. Le file orobiche trionfano contro quelle partenopee. Tuttavia gli
Azzurri c’hanno provato con la forza di volontà sopravvissuta nel finale.
Hamsik possiede il pallone ed è il padrone del centrocampo, forse l’unico a
dedicarsi con abnegazione alla manovra di gioco e alla conclusione dello
stesso. 65 palle giocate e 6 tiri in porta per lo slovacco. Numeri importanti
che però si sfaldano nell’ontologia del gioco espresso dal Napoli stasera,
limitato anche da una diga bergamasca e un Consigli in gran spolvero. Nella
notte di Halloween, il Napoli si becca un brutto scherzetto e di mostri e,
soprattutto, fantasmi ce ne sono stati tanti in mezzo al campo: Behrami non è
il solito leone, Dossena appare ma poco dope si dissolve, le fasce sono lunghe
corsie dove dovrebbero nascere le più importanti insidie, ma non è così. Mesto
entro e fa ben poco Vargas è fuori da ogni schema. La Juventus vince al 93’, l’Inter
schianta in casa la Samp 3-2. Il Napoli perde punti e posizioni. Da primo a
terzo in undici giorni. La sfida di domenica al San Paolo col Torino deve
rappresentare una rampa di lancio dove recuperare posizioni, sfruttando magari
l’anticipo di sabato sera tra Juve e Inter, ritrovare la fiducia e magari
tornare a vincere con un Matador in più.
TOP&FLOP- Attacco orfano di Cavani e delle sue doti tecniche e morali. Il centrocampo passa tra i piedi di Hamsik e Inler. Maggio invece non riesce mai ad inquadrare la porta di testa. Cosa ci può fare invece De Sanctis se si ritrova costretto ad esser “vittima” delle prime volte dei calciatori con gol incredibili ed imprendibili. Prima Pogba, undici giorni fa. Ora Carmona. Sfortunato. Voto 6. Campagnaro (6)cerca di aiutare il gioco sulla fascia e spingere per creare qualche pericolosità ma deve limitarsi al dovere di difensore. Cannavaro (6.5 )gioca da vero capitano: fa sentire la cattiveria agonistica agli avversari, è puntuale negli anticipi e alza la voce quando serve. Gamberini (6.5) invece è l’esperienza che Mazzarri voleva a portata di mano. La tranquillità e la sicurezza miscelate insieme per plasmare un difensore di cui fidarsi ciecamente. Ancora una buona prova per l’ex viola. Altro vecchio prodotto della Fiorentina era Behrami (5), oggi sotto tono e nervoso. Pochi ruggiti, la cresta si abbassa e viene sostituito. Inler (6) ha trovato nel suo ego una certa sicurezza di gestione col pallone. Gestisce bene il gioco quando deve ma la difesa orobica è ordinata e compatta e far filtrare il pallone in quegli spazi è sempre difficile. Le fasce sono un supplizio. I cross tagliati e insidiosi sono quasi utopie. Dai piedi di Maggio (5) e Dossena (5) partono ampie parabole che si rivelano poco pericolose. Di testa l’esterno destro del Napoli è bravo nella sponda ma non per inquadrare la porta: è sua la ghiotta opportunità al 93’ di pareggiare i conti con un colpo di testa, sfruttando il cross proveniente dalla bandierina. La palla non rientra nello specchio della porta e termina fuori. Orsato poi annuncia il Game Over. Hamsik (7-) è il fulcro del centrocampo e il portatore di pericoli dalle parti di Consigli, che gli nega più di una volta la gioia del gol. Insigne (5.5) ha i numeri di un talento che deve però ancora crescere e maturare. Non coglie una grande opportunità avuta nel primo tempo. Serve un gol per sbloccarlo e convincere se stesso e chi è scettico su di lui che tra i grandi può giocare. Pandev (5.5) è possesso palla e poco più. Il tandem sembra funzionare non molto bene. Cercasi urgentemente il Sig. Edinson Cavani.
Fabio Corsaro
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