Il cuore che pulsa. La maglia come seconda pelle. Il viso rigato da lacrime piene di emozioni. Gioia, rabbia, esultanza, dolore. E' un mix di sensazioni che fanno rima con la passione per una squadra, capace di occupare una parte fondamentale nella vita dei suoi tifosi, rappresentante un mezzo di evasione emotiva per gente che ha sempre voglia di sognare. Il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d'animo di una città
Napoletani nel mondo
Seguici su FACEBOOK: AzzurroNapoli 1926
AzzurroNapoli 1926
domenica 21 ottobre 2012
Tutto in due maledetti minuti. Il Napoli esce a testa alta dallo Juventus Stadium.
Caceres e Pogba entrano dalla panchina a partita in corso. Segnano entrambi e decidono la grande sfida.
Azzurri compatti, in grado di arginare i campioni d’Italia. Cavani ci ha provato ma è stato sfortunato. Mazzarri: “Il Napoli c’è. Se giocheremo sempre così perderemo poche partite”
Sfida tra titani. Partita che ha sempre graffiato la storia del calcio. Imprese, campioni, emozioni. Rivalità, mentalità e ideologie. È la madre di tutte le partite: Juventus-Napoli. Dopo cinque mesi dalla vittoria della Coppa Italia, per il Napoli la coincidenza sembrava poter essere un dolce gioco del destino. Partita intensa, carica di agonismo. Lo spettacolo passa dai piedi di Pirlo alla potenza di Cavani; dalla sicurezza di Gamberini all’ira di Dio qual è Asamoah; da Inler in gran spolvero al colpo di testa di Caceres e la conclusione di Pogba. Tanto fervore tattico, tanta la grinta che scorre tra gli schemi di entrambi gli allenatori, tanta la voglia di infliggere una lunga ferita alle spalle dell’avversario. Lo Juventus Stadium è un fortino inespugnabile. Hanno vinto ancora i padroni di casa. Ha vinto la Juventus. Un amaro aperitivo del sabato pomeriggio per gli azzurri. Incassano due colpi dai bianconeri da due giocatori entrati a partita inoltrata. All’ 80′ Martin Caceres viene completamente dimenticato dalla difesa del Napoli e sfrutta il cross di Pirlo, derivante da un corner, incornado la palla e siglando l’uno a zero. Poi la chiude Pogba dopo due minuti. Tiro al volo che si infila nell’angolino più lontano dove De Sanctis non può arrivarci. Gara viva fino a dieci minuti dallo scadere. Poi succede tutto in 120 secondi. Troppo poco per mandare all’aria una partita combattuta. Quindi rabbia. Delusione, rammarico e poi ancora rabbia, con la consapevolezza però di non aver giocato male e di essere riusciti ad arginare al meglio i campioni d’Italia. Intanto Mazzarri è pur sempre fiero dei suoi giocatori: “Ho fatto i complimenti ai miei giocatori che hanno giocato bene in casa della Juve. Mi spiace per il risultato, ma se continuiamo così perderemo poche partite. Ci voleva solo un episodio che potesse rompere l’equilibrio, sia da un lato che dall’altro. Non ho rimpianti di nulla. La squadra ha fatto una grande gara, poteva andar bene anche il pareggio perchè nel finale eravamo padroni del campo. E’ andata così per una casualità, ma la partita ha detto che il Napoli c’è e che le due squadre se la sono giocata alla pari. Torniamo consapevoli di quello che abbiamo espresso. Tre punti si possono lasciare se giochiamo così. Sono molto soddisfatto di come si sono comportati i miei giocatori. Adesso guardiamo avanti, domenica c’è il Chievo ed il campionato è lungo…” Riscattarsi subito. Vendicarsi in seguito, a Fuorigrotta, al ritorno, contro la maledetta Signora bianconera.
TOP&FLOP- Ci si aspettava più grinta da tutti, più fame di scudetto, più orgoglio che potesse graffiare l’anima. Ci si aspettava il vero Napoli delle sei vittorie vittorie e un pareggio in campionato. Storari fa da spettatore per gran parte del match. Solo Cavani lo mette in difficoltà. De Sanctis (voto 6.5) para quel che può come può. è più impegnato del collega che ha di fronte e si fa trovare sempre pronto. Non ha colpe in occasione dei gol subiti. Caceres dimenticato della difesa e il tiro di Pogba entra una volta su dieci. Campagnaro (5) è meno tosto del solito. Commette tante leggerezze e disattenzioni nel primo tempo e non è quello dell’inizio di stagione. Gioca meglio nella seconda frazione di gara, arginando Giovinco un paio di volte, ma non basta. Cannavaro (6.5) sente nell’anima questa partita, ne avverte l’importanza più di tanti altri. “Gambizza” tatticamente la fase offensiva della Juve. Quagliarella non possa una volta. Lì dietro è un titano e ha trovato l’anima gemella: Gamberini (6.5) è eccezionale nella marcatura e nella difesa della sua zona di campo. Maggio (5) è totalmente surclassato da quella furia della natura chiamata Asamoah. Zuniga (6) è più vivace sull’out opposto ma non incide particolarmente sulle sorti delle azioni. Behrami (5.5) comincia a rilento ma è sempre una spina nel fianco per chi è in possesso palla per gli avversari. Aggredisce sempre l’uomo, soffocandogli le idee. Purtroppo non sempre risulta utile. Inler (6.5) fa la differenza nella mediana di campo è sempre preciso nell’impostazione e cattivo quanto basta. Hamsik (5.5) è poca fantasia. Inventa il gioco poche volte e quando lo fa è costretto a impostarlo da fermo a causa del pressing su di lui che Conte ha ordinato ai suoi. Pandev (5) fa ben poco. Sciupa una clamorosa opportunità al 43′ del secondo tempo lanciando in profondità Insigne con un passaggio troppo lungo, vanificando anche l’opportunità di tentare a rimontare la partita. Cavani (6.5) è il solito superatleta che macina metri, nonostante i migliaia di chilometri percorsi in giro per il mondo con l’Uruguay. Dà vivacità all’attacco e prima prende la traversa su un calcio di punizione e poi prova una girata al volo spettacolare che termina di poco a lato.
Fabio Corsaro
http://informareonline.com/?p=34991
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento