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lunedì 29 ottobre 2012

L'EDITORIALE: L’urlo di Marek e la vetta da scalare. Napoli batte Chievo 1 a 0.


Il Napoli rialza la testa dopo la sconfitta con la Juventus. Atalanta e Torino: 2 partite in 5 giorni per cercare il bottino pieno.

Decide una diagonale di sinistro di Hamsik, imparabile per Sorrentino. Tanta sofferenza agli sgoccioli ma la vittoria è meritata


Passo dopo passo. Uno alla volta per arrivare lontano. Punti che valgono linfa vitale e iniezione di fiducia per gli Azzurri. La vetta rimane lontana tre punti ma se la Juventus ha vinto a Catania con le solite ombre e polemiche che avvolgono la direzione di gara degli arbitri, il Napoli conquista la vittoria in una gara dominata, dove la meritocrazia tattica e tecnica ha trionfato. Il Chievo è apparso con un ideale di gioco fin troppo “barcelloniano”: passaggi di prima, fraseggio veloce, ripartenze fulminee; purtroppo per Corini, gli Azzurri hanno saputo gestire e contenere l’avversario e infilarlo tra le linee con movimenti d’inserimento studiati per bene, per mezzo dei quali il Napoli è riuscito, con la letale diagonale di Hamsik, a siglare l’unico gol della partita e a chiudere in cassaforte tre punti dal peso d’oro. La voglia di vincere scorre nello spogliatoio “Locali” del San Paolo. E non c’è tempo per riposarsi e ricaricare a pieno le pile. Il turno infrasettimanale, nella notte delle streghe e degli orrori, ad Halloween, l’Atalanta è pregata di chiedere solo dolcetti e non fare scherzetti. Partita sofferta negli ultimi squarci di gara, tanto che Mazzarri, per un calo pressorio, ha preferito delegare il DS Bigon a manifestare l’orgoglio ai giornalisti circa i ragazzi che compongono la rosa del Napoli: “Siamo orgogliosi di questi ragazzi. E’ difficile creare più occasioni di queste in una gara di Serie A. Il Napoli ha dimostrato che vuole stare lì in alto e giocarsela con tutte fino alla fine”. Rimboccarsi le maniche e ricominciare a scalare la montagna, pensando solo a se stessi, partita dopo partita è l’unica cosa da fare per rimanere nella classe nobile della Serie A. Successo importante per classifica, morale e per scacciar via ogni critica. Il 31 sera subito l’opportunità di confermare quanto buone siano le intenzioni del Napoli e quanta fatica dovrà fare la Juve per non perdere il primo posto. “Già sappiamo che a Bergamo ci aspetta una battaglia, quindi sin da domani torneremo al lavoro. Stasera era fondamentali i tre punti ma ciò che mi è piaciuto è stato l’atteggiamento della squadra che ha mostrato carattere e forza. Stiamo acquisendo sempre maggiore consapevolezza”- continua Bigon, esaltando le potenzialità del Napoli. Il gol di Hamsik è una perla che dà valore alla serata, mutandosi in fiore all’occhiello del bel calcio espresso: finta di Zuniga e, con un no-look, palla che taglia la difesa veronese. Lo slovacco, effettuando una finta di corpo, lascia sul posto Anndreolli, e con una diagonale di sinistro che si insacca nell’angolo opposto, decide un match intenso con tante occasioni per gli Azzuri, però non sfruttate. Ma tutto è bene quel che finisce bene…

TOP&FLOP- De Sanctis assiste e si becca un 6. Campagnaro (6.5) è quello vero, non il difensore visto a Torino. Cannavaro (6.5) è una roccia e insieme a lui c’è un Gamberini (6.5 )insuperabile. Difesa attenta, lucida, sicura e non presenta lacune: il reparto dove filtra maggior fiducia. Un plauso alla Svizzera che ha “sfornato” dalle proprie cittadine giocatori come Inler e Behrami, oggi in stato di magnificenza tecnica e psicologica, elevata concentrazione e alto tasso di quantità e qualità Valon (7.5) è un leone e non concede spazio alcuno: l’incarnazione di carattere e personalità. Gokhan (7.5) è il geometra del centrocampo ma il suo fisico gli permette di avere un’arma in più. Maggio (6) è una setta sulla fascia destra anche se pochi sono i suoi cross pericolosi. Metti fuori un pallone clamoroso a pochi passi dalla porta, colpendo il pallone con la parte alta della testa, non permettendogli di inquadrare lo specchio della porta; Zuniga (6) è il solito destriero e giocoliere dell’out di sinistra. Innesca lui il passaggio decisivo che ha portato al gol della vittoria. Hamsik (7.5) è quel genio silenzioso che crea che sembra giocare senza fare troppo rumore. È suo il gol decisivo. È suo l’urlo che ha scosso il San Paolo. È da parte sua il segnale inviato a Torino, mantenendo gli juventini sul “chi va là”, inducendoli ad inciampare e perdere il passo dell’imbattibilità e della continuità dei risultati. Cavani, affaticato, è andato in tribuna. Al suo posto Insigne (6) ha mostrato di avere grandi numeri, di essere un grande talento e di poter diventare un grande campione. Ha 21 anni e deve precisare alcuni aspetti del suo essere troppo frenetico nel cercare il tiro, la porta e quindi la gloria personale. Disputa però un discreto match, andando anche vicino al secondo gol in maglia azzurra. Pandev (6) si trasforma nell’arco dell’intervallo. Sembra voler fare e emettersi in mostra nel primo tempo, ma risulta un fantasma nella ripresa. Ha da livellare la discontinuità in profitto delle sue prestazioni.

Fabio Corsaro

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