Il cuore che pulsa. La maglia come seconda pelle. Il viso rigato da lacrime piene di emozioni. Gioia, rabbia, esultanza, dolore. E' un mix di sensazioni che fanno rima con la passione per una squadra, capace di occupare una parte fondamentale nella vita dei suoi tifosi, rappresentante un mezzo di evasione emotiva per gente che ha sempre voglia di sognare. Il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d'animo di una città
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martedì 18 settembre 2012
Lavezzi: "A Napoli i tifosi ci fermavano per parlare, mettendoci una certa pressione"
Le parole di Lavezzi sono come un coltello girato in una piaga ancora aperta. Basta parlare della Napoli che mette troppa pressione perchè quel calore che il Pocho chiama "oppressione" è stata la chiave che lo ha fatto crescere, maturare e vincere. Infine volare a Parigi. Ecco le dichiarazioni di Ezequiel Lavezzi a Surface: "Tutta la città seguiva le vicende della squadra di calcio 24 ore su 24 e sette giorni su sette, con una grande passione. I tifosi ci fermavano per strada per parlare della partita e metterci una certa pressione. A Parigi la vita è più semplice, si può camminare per strada.
Presto andrò nei negozi, cosa che non ho potuto fare tranquillamente in Italia: quando uscivo, i tifosi venivano sempre a parlare con me, era impossibile muoversi da casa. Io non voglio essere un dio, tuttavia mi auguro di essere ricordato dai tifosi del Paris St. Germain così come sono stato ricordato dai napoletani"
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