Il cuore che pulsa. La maglia come seconda pelle. Il viso rigato da lacrime piene di emozioni. Gioia, rabbia, esultanza, dolore. E' un mix di sensazioni che fanno rima con la passione per una squadra, capace di occupare una parte fondamentale nella vita dei suoi tifosi, rappresentante un mezzo di evasione emotiva per gente che ha sempre voglia di sognare. Il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d'animo di una città
Napoletani nel mondo
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AzzurroNapoli 1926
giovedì 21 febbraio 2013
EDITORIALE: Clochard spaesato e sfortunato, il Napoli saluta l'Europa League incassando altri 2 gol dal Viktoria.
Rimarrà il ricordo di un disastro, di un orgoglio spezzato a metà, di una vittoria scontata diventata umiliazione; di una manita rateizzata, di un urlo strozzato in gola, di un'impresa che lascia spazio all'utopia. Se ne esce così il Napoli dall'Europa, come un clochard spaesato e senza fortuna, ferito, amareggiato e arrabbiato. Pigro e sfortunato: la condizione psico-fisica non è tra le migliori e la ruota gira nel verso opposto della fortuna. Kolarik e Tecl regalano un sogno ai cechi e incubi ai napoletani. L'immagine più bella della serata è vedere il settore ospiti pieno di tifosi partenopei, accorsi a Plzen nonostante i 3 gol incassati all'andata e i -10°C che registrava la colonnina di mercurio. Cori, canti e il tifo vero sempre accanto alla squadra. I giocatori si sono scusati al termine del match. Dimenticare e andare avanti: due parole chiavi per non lasciarsi distrarre e inciampare nel cammino verso il sogno scudetto. La sfida di Udine si presenta ostica. Il Napoli deve lavorare nella testa e sul campo. La parte di stagione più importante sta per cominciare...
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