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giovedì 10 gennaio 2013

Marchisio: "Nessun calciatore mi è antipatico. Solo una squadra non posso proprio vedere: il Napoli!"


Lo chiamano il "principino" o il "piccolo lord" perché all'aspetto ci tiene. Ma solo a quello che riguarda il look.

Claudio Marchisio, infatti, 27 anni, piemontese doc, è orgoglioso per il suo gusto per l'eleganza. E alle partite come per gli allenamenti si presenta in giacca e camicia, proprio per distinguersi dai tanti colleghi, e dai ragazzi della sua età, che preferiscono tutt'altro tipo di abbigliamento.

Solo di guardaroba, però, si tratta. Perché il "buon" Marchisio, che non è solo il centrocampista della Juventus ma anche della Nazionale che dovrebbe rappresentarci tutti, da buon "gentleman" come si autodefinisce, non esita a rinfocolare nobili sentimenti di avversione profonda. Tra calciatori, tra tifoserie, tra città.

E alla domanda del giornalista di Style del Corriere della Sera, su quale giocatore gli suscita una sana vena di antipatia, lui risponde chiaro: «Non qualcuno in particolare, ma una intera squadra: il Napoli». E giusto per far capire che il suo è un'avversione, pardon un'antipatia, ancestrale, precisa che il suo sentimento si è solo accentuato «dopo le finali ruvide di Coppa Italia e Supercoppa. Quando me li trovo di fronte scatta qualcosa». Bene, bravo. Un modo per rendere le partite a pallone solo sani match sportivi, poi quando esplode la violenza, in campo o sugli spalti, la colpa è sempre degli altri, non certo dei "principini".

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