Il cuore che pulsa. La maglia come seconda pelle. Il viso rigato da lacrime piene di emozioni. Gioia, rabbia, esultanza, dolore. E' un mix di sensazioni che fanno rima con la passione per una squadra, capace di occupare una parte fondamentale nella vita dei suoi tifosi, rappresentante un mezzo di evasione emotiva per gente che ha sempre voglia di sognare. Il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d'animo di una città
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AzzurroNapoli 1926
domenica 6 gennaio 2013
Ma quale sindrome del panettone... Questo Napoli è inarrestabile dopo la sosta natalizia. Ecco com'è andata a finire negli ultimi 20 anni,
Il ritorno in campo, dopo la sosta natalizia, ha sempre rappresentato un'incognita. L'articolo seguente tratto dalla Gazzetta dello Sport, riporta com'è andata per il Napoli negli ultimi 20 anni: "Altro che sindrome del panettone. Il Napoli del presidente Aurelio De Laurentiis riparte quasi sempre di slancio. Cinque vittorie, un pari e due sconfitte nelle otto sfide post natalizie da quando la società è risorta dalle ceneri del fallimento. Occhio, però, perché il bilancio tiene conto dei tre successi tra C (due anni) e B ed inoltre con Walter Mazzarri in panchina le cose sono andate meno bene rispetto a quando in panchina sedeva il tecnico Reja. Un successo, un pareggio ed un k.o. per il tecnico toscano nella prima gara del nuovo anno alla guida del Napoli, segno che non c’è una ricetta infallibile per essere competitivi dopo la sosta. Facendo, invece, riferimento agli ultimi 20 anni, il bilancio del Napoli è di 10 vittorie, 5 pareggi ed altrettante sconfitte. Mica male, dato che durante l’epopea maradoniana i risultati non furono esaltanti: 3 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte (una, indimenticabile, nell’anno del primo scudetto a Firenze)"
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