Il cuore che pulsa. La maglia come seconda pelle. Il viso rigato da lacrime piene di emozioni. Gioia, rabbia, esultanza, dolore. E' un mix di sensazioni che fanno rima con la passione per una squadra, capace di occupare una parte fondamentale nella vita dei suoi tifosi, rappresentante un mezzo di evasione emotiva per gente che ha sempre voglia di sognare. Il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d'animo di una città
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sabato 5 gennaio 2013
Boateng SHOCK: "Dobbiamo aprire gli occhi: il razzismo non può esistere nel calcio. Ho accettato i versi da scimmia poi sono scoppiato. Non so se rimarrò al Milan, che senso ha?"
La rabbia è ancora troppa. Dopo i cori razzisti ricevuti a Busto Arsizio, Kevin Prince Boateng mette in dubbio la sua permanenza in serie A: "Non è qualcosa che puoi scrollarti di dosso e basta. Ci dormirò su tre notti e la prossima settimana incontrerò il mio agente Roger Wittmann e vedremo se ha ancora senso continuare a giocare in Italia". "Quando è troppo, è troppo, il razzismo non ha posto nel calcio" ha detto il giocatore del Milan.
Queste parole sono frutto della rabbia ma possono aprire a un clamoroso addio. "Ho potuto sentire i primi versi da scimmia dopo cinque minuti - ha raccontato alla Bild - all'inizio non ho pensato nulla ma poi si sono ripetuti e sono andato dall'arbitro avvertendolo che se fossero proseguiti avrei lasciato il campo". Avrei fatto la stessa cosa anche se fosse stata una partita di Champions contro il Real Madrid. Ero arrabbiato, triste, scioccato. Volevo mandare un segnale forte perché cose del genere non possono esistere, dobbiamo aprire gli occhi" ha concluso Boateng.
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