Maggio, Inler e
Insigne bombardano Ujkani senza lasciare scampo ai rosanero. Difesa azzurra
impenetrabile e centrocampo più che affidabile.
La squadra di Conte
non vince neanche questa domenica: inciampa a Parma 1-1. Ora i bianconeri sono
a soli 5 punti di distanza.
Il Napoli vince, stravince! Straccia per 3-0 il Palermo,
innocuo, ingenuo e impotente contro la straripante forza dell’armata azzurra.
Una vittoria che conferma le qualità e il potenziale di una squadra che non si
accontenta, ha fame e vuole ambire a traguardi non poco importanti. La
Cavani-dipendenza è stata smontata con una grande prestazione di squadra, di
gruppo, di forze coese e unite veicolate verso gli stessi obiettivi. Cinico e
micidiale questo Napoli, pericoloso e temerario. La difesa si conferma la
seconda migliore d’Italia, il centrocampo è solido quanto elegante, l’attacco è
devastante anche quando non agisce il Matador. Questa straziante storia per i
rosanero va avanti dal 1951, l’ultima vittoria registrata in campionato al San
Paolo. Maggio dà il via alle danze al trentesimo del primo tempo; Inler gli dà corda
e quattro minuti dopo calcia un bolide che Ujkani può solo seguire con lo
sguardo mentre s’infila sotto la traversa. Il ballo dello svizzero con Armero e
Zuniga vale da solo il prezzo del biglietto. Chiude la partita Insigne,
subentrato a Pandev, con un destro potente, preciso ed imprendibile. È festa
grande in casa azzurri anche perché da Parma arrivano dolci novelle che
denotano una Juve in difficoltà, inciampata nei valori e nelle qualità che
possiede il Parma di Donadoni. Sansone pareggia a Pirlo. L’urlo del Tardini si
trasmette a 700 km di distanza in pochi attimi. Arriva fino al San Paolo di Napoli
dove un boato percuote il silenzio e la voglia, la volontà e la perseveranza
nell’intimorire e magari pure agganciare e superare la Juventus si materializza
lentamente, domenica dopo domenica. 5 punti guadagnati in due partite dalla
squadra di Conte e altrettante sono le unità che rappresentano la distanza
degli azzurri dai bianconeri. Di mezzo però c’è un’irresistibile Lazio che
neanche stavolta fallisce il colpo all’Olimpico, battendo 2-0 l’Atalanta. I sogni
son desideri e non fantasie. Ora il Napoli non può far altro che confermare quanto
di buono sta facendo. Firenze aspetta con la voglia di riscatto. Una Fiorentina
ferita non vuole perdere ma d’altra parte ci sarà un Napoli ancora più
affamato.
TOP&FLOP- De Sanctis
(6.5) rappresenta la solita sicurezza. Fa buoni interventi che trasmettono
tranquillità. Assiste poi alle sfortune subite dal collega Ujkani. Campagnaro (6.5) si lascia inizialmente
sorprendere da una percussione davvero insidiosa di Dossena. Riesce
successivamente a trovare le misure e solidificare una zona di campo risultata
impenetrabile. Britos (7) incarna il
perfetto erede di Paolo Capitano Cannavaro: grande personalità, tanta sicurezza
palla al piede e importante disinvoltura che non è superficialità. Gamberini (6.5) è una roccia. Non ha
crepe né difetti. L’esperienza gli permette di agire con efficacia e
intelligenza. È questo il Maggio (7)
che tutti conosciamo. Quello che sorride e s’inchina dinanzi al pubblico dopo
un gol, quello che spinge come un pistone sulla fascia e ingrana e scala marce
con facilità. Incorna il pallone e le critiche a lui destinata ultimamente. 3
gol nelle ultime 3 partite. Tanta roba. Behrami
(7.5) è una forza della natura, un’ira di Dio quando attacca i palloni e presse
le idee degli avversari. Instancabile, un lavoratore infaticabile nel bel mezzo
del campo. Che coppia che forma con Inler
(7.5), un duo perfetto. Gokhan è tenacia mescolata a raffinatezza, decisione ed
eleganza. Fa un gol da brividi con un tiro che Ujkani manco vede partire. È una
porzione di Svizzera che s’abbina perfettamente a questa squadra. Zuniga (6.5): corsa, velocità e
dribbling. I punti all’ordine del giorno sono sempre gli stessi e soprattutto
sono sempre efficaci. Hamsik (7)
inizia a rilento ma lui è un genio silenzioso che agisce anche quando sembra giocar
male. Serve ancora assist. È letale se ha tempo e spazio per costruire il gioco
e l’azione nascente. Pandev (6) meno
lucido e pimpante di quanto lo fosse stato contro la Roma. Si becca non pochi
calci, porta bene palla, proteggendone il possesso. Insigne (7) entra e dà freschezza e vitalità alla manovra d’attacco.
Segno il terzo gol che devasta i rosanero, bombardando un impotente Ujkani.
Quarto gol in campionato: la voglia di migliorarsi c’è e la fame pure. Cavani (6) ha voglia di segnare ma
questa non è la volta buona per farlo. Ci prova più volte ma si dedica maggiormente
ad un gioco di gestione del pallone. Rimane sempre lì, in cima alla classifica
marcatori con 16 gol in 17 presenze.
Fabio Corsaro
Nessun commento:
Posta un commento