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domenica 13 gennaio 2013

L'EDITORIALE- Il Napoli straccia il Palermo 3-0. I sogni son desideri: acciuffare la Juve, ora si può!


Maggio, Inler e Insigne bombardano Ujkani senza lasciare scampo ai rosanero. Difesa azzurra impenetrabile e centrocampo più che affidabile.

La squadra di Conte non vince neanche questa domenica: inciampa a Parma 1-1. Ora i bianconeri sono a soli 5 punti di distanza.

Il Napoli vince, stravince! Straccia per 3-0 il Palermo, innocuo, ingenuo e impotente contro la straripante forza dell’armata azzurra. Una vittoria che conferma le qualità e il potenziale di una squadra che non si accontenta, ha fame e vuole ambire a traguardi non poco importanti. La Cavani-dipendenza è stata smontata con una grande prestazione di squadra, di gruppo, di forze coese e unite veicolate verso gli stessi obiettivi. Cinico e micidiale questo Napoli, pericoloso e temerario. La difesa si conferma la seconda migliore d’Italia, il centrocampo è solido quanto elegante, l’attacco è devastante anche quando non agisce il Matador. Questa straziante storia per i rosanero va avanti dal 1951, l’ultima vittoria registrata in campionato al San Paolo. Maggio dà il via alle danze al trentesimo del primo tempo; Inler gli dà corda e quattro minuti dopo calcia un bolide che Ujkani può solo seguire con lo sguardo mentre s’infila sotto la traversa. Il ballo dello svizzero con Armero e Zuniga vale da solo il prezzo del biglietto. Chiude la partita Insigne, subentrato a Pandev, con un destro potente, preciso ed imprendibile. È festa grande in casa azzurri anche perché da Parma arrivano dolci novelle che denotano una Juve in difficoltà, inciampata nei valori e nelle qualità che possiede il Parma di Donadoni. Sansone pareggia a Pirlo. L’urlo del Tardini si trasmette a 700 km di distanza in pochi attimi. Arriva fino al San Paolo di Napoli dove un boato percuote il silenzio e la voglia, la volontà e la perseveranza nell’intimorire e magari pure agganciare e superare la Juventus si materializza lentamente, domenica dopo domenica. 5 punti guadagnati in due partite dalla squadra di Conte e altrettante sono le unità che rappresentano la distanza degli azzurri dai bianconeri. Di mezzo però c’è un’irresistibile Lazio che neanche stavolta fallisce il colpo all’Olimpico, battendo 2-0 l’Atalanta. I sogni son desideri e non fantasie. Ora il Napoli non può far altro che confermare quanto di buono sta facendo. Firenze aspetta con la voglia di riscatto. Una Fiorentina ferita non vuole perdere ma d’altra parte ci sarà un Napoli ancora più affamato.

TOP&FLOP- De Sanctis (6.5) rappresenta la solita sicurezza. Fa buoni interventi che trasmettono tranquillità. Assiste poi alle sfortune subite dal collega Ujkani. Campagnaro (6.5) si lascia inizialmente sorprendere da una percussione davvero insidiosa di Dossena. Riesce successivamente a trovare le misure e solidificare una zona di campo risultata impenetrabile. Britos (7) incarna il perfetto erede di Paolo Capitano Cannavaro: grande personalità, tanta sicurezza palla al piede e importante disinvoltura che non è superficialità. Gamberini (6.5) è una roccia. Non ha crepe né difetti. L’esperienza gli permette di agire con efficacia e intelligenza. È questo il Maggio (7) che tutti conosciamo. Quello che sorride e s’inchina dinanzi al pubblico dopo un gol, quello che spinge come un pistone sulla fascia e ingrana e scala marce con facilità. Incorna il pallone e le critiche a lui destinata ultimamente. 3 gol nelle ultime 3 partite. Tanta roba. Behrami (7.5) è una forza della natura, un’ira di Dio quando attacca i palloni e presse le idee degli avversari. Instancabile, un lavoratore infaticabile nel bel mezzo del campo. Che coppia che forma con Inler (7.5), un duo perfetto. Gokhan è tenacia mescolata a raffinatezza, decisione ed eleganza. Fa un gol da brividi con un tiro che Ujkani manco vede partire. È una porzione di Svizzera che s’abbina perfettamente a questa squadra. Zuniga (6.5): corsa, velocità e dribbling. I punti all’ordine del giorno sono sempre gli stessi e soprattutto sono sempre efficaci. Hamsik (7) inizia a rilento ma lui è un genio silenzioso che agisce anche quando sembra giocar male. Serve ancora assist. È letale se ha tempo e spazio per costruire il gioco e l’azione nascente. Pandev (6) meno lucido e pimpante di quanto lo fosse stato contro la Roma. Si becca non pochi calci, porta bene palla, proteggendone il possesso. Insigne (7) entra e dà freschezza e vitalità alla manovra d’attacco. Segno il terzo gol che devasta i rosanero, bombardando un impotente Ujkani. Quarto gol in campionato: la voglia di migliorarsi c’è e la fame pure. Cavani (6) ha voglia di segnare ma questa non è la volta buona per farlo. Ci prova più volte ma si dedica maggiormente ad un gioco di gestione del pallone. Rimane sempre lì, in cima alla classifica marcatori con 16 gol in 17 presenze.

Fabio Corsaro

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