Ci sono voluti più giorni del previsto, ma alla fine Ignacio Fideleff è ufficialmente un giocatore del Maccabi Tel Aviv. Il difensore argentino, dopo Napoli e Parma, prova così la nuova avventura in Israele, e in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com racconta le sue sensazioni, i suoi rimpianti e le sue ambizioni future.
Adesso è ufficiale il passaggio al Maccabi Tel Aviv. Come hai vissuto gli ultimi giorni?
"La settimana scorsa sono stato un paio di giorni in Israele per le visite mediche e per trovare l'accordo col club. A quel punto sono tornato a Parma in attesa delle firme fra le società: mi sono allenato con quelli che ormai sono i miei ex compagni e sono sempre stato a disposizione del mister".
Adesso, però, è tempo di voltare pagina. Perché il Maccabi?
"Quando sono stato a Tel Aviv ho avuto modo di parlare con i dirigenti e l'allenatore. Mi hanno raccontato del progetto futuro e mi hanno dimostrato davvero un grande interesse. Mi hanno scelto, diciamo, anche perché era da più di un anno che mi tenevano d'occhio. Io ho solamente voglia di giocare, e in Israele sono certo che potrò farlo".
A Parma, invece, le occasioni per mettersi in mostra non sono state molte...
"Effettivamente no. Quando ho accettato il passaggio in gialloblù pensavo sinceramente di giocare un po' di più. Adesso mi tuffo con entusiasmo in questa nuova realtà: sono davvero felice, nel calcio ci sono molte strade da poter seguire e io ho scelto questa".
C'erano altre proposte, oltre a quella del Maccabi?
"Si, avevo altre proposte, ma col mio procuratore abbiamo deciso di fare questa scelta. Nessuno, in fondo, mi dava le stesse sicurezze del Maccabi. Fondamentale è stata la chiacchierata col mister, mi ha fatto capire che mi voleva sul serio".
In futuro vorrai provare nuovamente l'avventura italiana?
"Si, mi piacerebbe tornare per impormi nel calcio italiano. Col Napoli abbiamo raggiunto importanti successi ma non ho avuto modo di farmi vedere. Adesso farò il massimo al Maccabi e sono certo che arriverà qualcosa di buono. Io non penso ai soldi, perché voglio solamente giocare a calcio. Vediamo poi cosa mi riserverà il futuro...".
Il cuore che pulsa. La maglia come seconda pelle. Il viso rigato da lacrime piene di emozioni. Gioia, rabbia, esultanza, dolore. E' un mix di sensazioni che fanno rima con la passione per una squadra, capace di occupare una parte fondamentale nella vita dei suoi tifosi, rappresentante un mezzo di evasione emotiva per gente che ha sempre voglia di sognare. Il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d'animo di una città
Napoletani nel mondo
Seguici su FACEBOOK: AzzurroNapoli 1926
AzzurroNapoli 1926
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento