Il cuore che pulsa. La maglia come seconda pelle. Il viso rigato da lacrime piene di emozioni. Gioia, rabbia, esultanza, dolore. E' un mix di sensazioni che fanno rima con la passione per una squadra, capace di occupare una parte fondamentale nella vita dei suoi tifosi, rappresentante un mezzo di evasione emotiva per gente che ha sempre voglia di sognare. Il Napoli non è una squadra di calcio, ma lo stato d'animo di una città
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mercoledì 27 febbraio 2013
Digiuno no problem! Con la Juve ha segnato già 6 volte: Cavani si prepara per sbloccarsi.
Quattro partite (ma fanno addirittura sei con le due sfide con il Vikoria), nessun gol. E il Napoli che non riesce neppure più a vincere. E fa gol col contagocce. "Noi non siamo Cavani-dipendenti: l’uruguaiano si esalta per le caratteristiche del nostro modulo e del nostro gioco", ha detto tante volte Mazzarri, come sottolinea Il Mattino. In fondo ha ragione: il Napoli resta comunque il quarto attacco della serie A. Il problema è che qui si parla di digiuno, di dieta, di astinenza: da gol. Sommare idealmente i giorni di non-gol di Cavani (trenta a partire dal 27 gennaio), sembra quasi impossibile. Eppure è così: il Matador ha il muso lungo da troppo tempo. Ed è ora – ora che lo scudetto è davvero a portata di mano – che servono i suoi ruggiti. Contro la Juventus, Cavani ha giocato 10 volte: cinque con la maglia del Palermo e altre cinque volte con quella del Napoli. I gol realizzati contro i bianconeri sono 6: uno solo con la maglia rosanero e poi tutti con i partenopei. Compresi quelli nella finale di Coppa Italia e di Supercoppa. Poi c’è la tripletta dello scorso campionato, quella con il giallo finale del colpo dello scorpione o del colpo di testa. "Il mio digiuno? Non mi sento né frustrato né sotto pressione. Sto bene, il gol arriverà", ripete sereno.
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